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HOG40

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Qualche giorno prima dell’evento ricevo messaggio dal nostro editor nel quale mi chiede di preparare l’articolo ed io, che per natura non mi sottraggo mai alle sfide, decido di accettare e mi cimento in questa opera che ho deciso avrà l’impronta editoriale stile film di Tarantino, cioè una cronistoria a puntate 😊. Quindi buona lettura!!

La sera prima della partenza.

Dopo aver preparato i bagagli e mentre prepariamo la cena, consultiamo tutte le app meteo possibili ed immaginabili. Pare che la pioggia caratterizzerà la nostra tappa di avvicinamento, ma abbiamo una speranza di finestra senza acqua proprio nella fascia oraria della partenza. Alla mia esclamazione che tutto ciò è davvero una scocciatura (anche perché devo affrontare questo run con la nuova moto, quindi non è che sto proprio rilassata come un fiore) mio figlio replica: “Zitta mamma. I motociclisti viaggiano con qualunque condizione meteo!”.

Ci tocca stare veramente muti di fronte a cotanta saggezza ed io e mio marito, rassegnati da tutto ciò, andiamo a dormire, sperando in buoni auspici per la mattina successiva.

Giorno 1: Lost in Chianti, o no?

Sveglia presto e partenza, il ritrovo è  fissato presso l’area di servizio San Zenone per evitare di doverla percorrere in gruppo con il traffico intenso. Alle ore 9 partiamo che la pioggia inizia a lambire i nostri caschi; siamo 12 moto quindi in Autostrada facciamo la nostra bella figura.

Strada facendo qualche gocciolina, facciamo la prima sosta tecnica e ripartiamo appena Chiodini, il nostro Head Road, ci sprona al suono di “a bombazzaaaaaa!”. Appena entriamo in Emilia-Romagna il cielo si apre ed il nostro precisissimo Road Captain Enrico Lattuada ci porta fino in Toscana dove Sua Ortenzietà (mi scusi l’Editor se mi approprio della sua licenza poetica) prende lo Scettro del Potere e ci guida per le colline del Chianti: Chiese, Castelli, cipressi e curve dolci ci accompagnano nel nostro giro.

Giungiamo a Gaiole in Chianti dove nella piazza principale ci accomodiamo all’esterno di un bar e nell’attesa di rifocillarci lanciamo qualche Makumba alle nuvole grigie che si stagliano minacciose sopra di noi…. Non ci abbattiamo e partiamo alla volta di Spoleto ma la Makumba non ha funzionato! Becchiamo uno scroscio di acqua e Carlo, il “Road Director”, ci fa prontamente uscire e ci porta sotto la tettoia di un Eurospin, dove tra il metto e non metto alla fine indossiamo le tute antipioggia. Quasi quasi volevo fare la spesa, giusto per non perdere tempo, ma non avrei avuto posto dove ritirarla…

Ripartiamo: siamo in moto già da parecchie ore e la stanchezza inizia a farsi sentire, quindi di conseguenza iniziamo a straparlare. Sassi rivela che le tute antiacqua sulle donne hanno su di lui un effetto “rinvigorente”, Marinello sacrista perché’ la sua moto nuova non fa casino, Chiodini smanetta con le app dei distributori Eni…

Ma giungiamo comunque a destinazione presso l’agriturismo “Valle Rosa” a Spoleto e ci raggiungono anche i nostri dealer Antonio e Barbara. Siamo quindi a 14 moto. Doccia, phon a manetta per asciugare i nostri amati gilet, cena e poi alcuni si ritirano nei propri alloggi perché domani si riparte… ma altri temerari  si fermano nella “hobby room” dell’albergo, dove assistono ad una lezione di stiro da parte del Sassi che ci spiega come si fa a stirare bene un pantalone. Ancora non abbiamo capito perché in una “hobby room” debba esserci un asse, un ferro da stiro ed un telone da proiettore esattamente dietro all’asse medesimo. Che lo stirare sia considerato un hobby? Ma per noi non si butta via nulla, quindi il Sassi ci illumina con le sue conoscenze da casalingo navigato. Dopo questa sessione didattica si passa alla parte ludica con un incontro /scontro tra Direttivo e Soci a suon di Forza 4 e scopa con le carte napoletane, che per inciso praticamente nessuno di noi conosce e quindi dobbiamo cercare su Internet.

Oggi praticamente 600 km macinati, Roma dista 160 km da qui ma, secondo voi, noi prendiamo ed andiamo a Roma dritti per dritti? Macché! Noi dobbiamo guidare e goderci i nostri bolidi quindi faremo altri 400/500 km ….

Giorno 2: il carnazza day

Lasciamo di buon’ora l’agriturismo e partiamo per un run sulle colline circostanti con direzione Monteleone di Spoleto. Incantevole borgo con bellissima vista panoramica, il silenzio regna sovrano e la gente del luogo guarda con una certa curiosità questo numeroso e rumoroso gruppo di motociclisti giunti a disturbare la loro amena quiete.

Le nuvole sono ancora minacciose, il Road Director deve più volte riprogrammare il percorso perché l’inno di Cirignano recita: ”giragli intorno alle nuvole!!”. Scendiamo verso Leonessa direzione Roma. Dopo qualche km ci rifocilliamo in un bar lungo il percorso e ripartiamo verso la nostra meta. Arriviamo a Roma un po’ stanchi ed assetati, un caldo infernale alimentato dai nostri bicilindrici. Passiamo di fronte al Colosseo, Altare della Patria, Circo Massimo, San Giovanni in Laterano, Terme di Caracalla ed Il Tempio di Minerva. I nostri Safety hanno un bel da fare e si prendono un po’ di insulti in romanesco, ma sono bravi e tengono botta. Usciamo dal centro, prendiamo due goccioline e giungiamo sudatissimi in albergo dove ci aspetta il nostro Secretary Enrico Parolo già dotato di tessera alla mano e ci apre il cancellone del parcheggio. Ad oggi siamo arrivati a 15 moto.

Ci aspetta una serata al Kill Joy dove la carnazza regna incontrastata. Mangiamo, quattro chiacchere con membri di altri Chapter e poi indietro in albergo che domani ci aspetta un’altra giornata impegnativa…. Ma… Come facciamo a tornare che non si trovano taxi? Noi Marinello insieme ai Sassi ed a Valter riusciamo ad impietosire due del Lepini Chapter che carinissimi ci accompagnano in albergo. Elena ed Antonella finiscono nel bagagliaio di un taxi, Lattuada, Michele, Massimo e Parolo si siedono normalmente e riescono a tornare anche loro… Sua Ortenzietà, l’Assistant, Chierici e Guerrino non pervenuti…. Arriva un messaggio sulla chat che la partenza è alle 9.30 quindi presumiamo tutto bene…. Sperem….

Giorno 3: Belli tra i colli

Anche questa giornata inizia abbastanza presto. Questa cosa dei run è praticamente un lavoro!! Ci dobbiamo puntare la sveglia anche qui perché il programma è serrato.

Nel frattempo, nella chat di gruppo, seguiamo l’altro gruppo di soci che è partito questa mattina all’alba per raggiungerci e partecipare all’evento di questa sera.

Partiamo alla volta della concessionaria per il ritrovo pre run, ci accolgono i ragazzi dei Chapter romani con un gran sorriso e con un: “a moveteve che i cornetti stanno pe’ finì!” Ingurgitiamo le brioches e qualche biscotto e corriamo alle moto per la partenza e via! I Safety Romani fanno un gran lavoro, non è facile guidare qui, i locali sono piuttosto “creativi” e “coloriti” oltre che molto dediti all’utilizzo delle mani per gestacci di varia natura… sono anche da capire neh. Te ne vuoi uscire dalla tua viuzza, o da uno stop o da una rotonda e ti vedi arrivare centinaia di motociclisti con Harley che fanno un casino di Inferno… ma noi andiamo avanti per la nostra strada che tra l’altro è praticamente tutta occupata da noi. Guardo nello specchietto e vi assicuro che non si può descrivere se non lo vedete di persona: un serpentone infinito, il tempo ha tenuto ed il cielo è pieno di nuvolette che rendono l’atmosfera ancora più bella! Iniziamo a salire per i Colli Romani, giungiamo a Castelgandolfo dove il lago domina il panorama: sembra il cratere di un meteorite che si è riempito di acqua cristallina. Poi scendiamo giù e proseguiamo per giungere infine all’Eur dove ha sede la mostra motociclistica.

Iniziamo ad incontrare i volti già conosciuti, come i ragazzi del Licata, Salerno, Bergamo, Torino e Treviso. Giungiamo all’ingresso dove chiediamo numi per entrare e ci viene detto: “voi cor braccialetto arancione potete fa’ quello che volete!”

Entriamo e ci aggiriamo per stand e bancarelle fino ovviamente a fermarci a bere e mangiare.

Più tardi ci raggiunge il gruppo partito questa mattina all’alba: sono Frank, Marco Zaroli, Lucio, Ivan, Filippo, Enrico Fazio, Luigi. Siamo quindi al completo per un totale di 22 moto. Mica scherziamo noi quando ci muoviamo!

Rientriamo in albergo, ci docciamo e si va a Trastevere da “Ai spaghettari” insieme ai ragazzi dell’American Chapter di Torino. Come al solito il tragitto per le Vie di Roma è un parto, bisogna avere attenzione, scaltrezza e soprattutto prudenza ai massimi livelli, ma il nostro Road Enrico Lattuada ci porta a destinazione con parcheggio creativo compreso. Ci accomodiamo e mangiamo come se non avessimo mai cenato in vita nostra e poi via nuovamente per le strade romane destinazione Eur alle Terrazze.

Dopo 5 rampe di scale che hanno messo a dura prova le nostre coronarie, giungiamo sul terrazzo e ci fiondiamo a bere qualcosa, poi a vedere i vari spettacoli che hanno preparato per l’occasione.

Rientriamo perché il giorno dopo ci aspetta una caterva di Km per tornare a casa e scendendo incontriamo anche gli amici del Pescara che ci salutano con il loro consueto calore.

Giorno 4: back home

A li mortacci, ce tocca torna’ a casa!!! Oh mamma! Scusate! Sono entrata in mood romanesco! Ci aspettano 680 km e non è prevista pioggia.

Dovremo fare la Via Aurelia per poi imboccare la Cisa e proseguire verso Milano. Alla prima sosta presso l’area di servizio di Montalto di Castro sta per consumarsi un dramma passionale. Il Marinello, in un accesso di testosterone, fa notare alla Sacra Ortenzietà che le ballerine dello spettacolo della serata precedente erano delle gran gnocche. Peccato che si sia scordato che ha il casco in testa con microfono acceso ed io sento il tutto. Alla mia esclamazione di “stare schiscio” e fra l’ilarità di tutti, vedo avvicinarsi il Sassi con in mano la tuta antiacqua e mi propone di testare con lui la teoria che le tute antipioggia hanno effetto “rinvigorente”. Comunque, il lato positivo è che ottengo la licenza per poter fare anche io altrettanto nei prossimi run, quindi vi aggiornerò sugli sviluppi.

All’Autogrill successivo ci stiamo prendendo una pausa e stiamo chiacchierando e vediamo avvicinarsi un camper con la targa “CZ” (quindi Repubblica Ceca) che bello fresco entra nel parcheggio ignorando le barre in altezza e fracassa il tettuccio ed il condizionatore, rimanendo incastrato. Per forza che è successo, è cieco! 😊. Dopo gli insulti che la moglie del cecato autista rivolge al proprio consorte, arriva un addetto dell’Autogrill per prendere tutti i documenti per denunciare l’accaduto alla Società Autostrade…. insomma, di gente strana in giro ce n’è e non siamo solo noi!

Comunque… ci siamo sparati 1600 km in 4 giorni.

Mi faccio sempre più convinta che “normali” non siamo…. Ma questo è il bello no??

Alla prossima! LCI sempre nel ❤️

Cinzia

 

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Run delle Dolomiti ’23

Run delle Dolomiti ’23

Ed eccoci qui, raccolgo la penna dal nostro mitico Safitor (un po’ Safety, un po’ editor…) provato dalle erculee fatiche legate al racconto del nostro europeo, e ci provo io, a raccontare uno dei più bei run di questa stagione: il Run delle Dolomiti 2023.

Siccome le cose o si fanno bene, o non si fanno, l’appuntamento del sabato ci ha fornito l’occasione di passare tre giorni in allegria: partenza al venerdì e rientro alla domenica… cosa vuoi di più?

Il messaggio nella chat dedicata al run, ricevuto qualche giorno prima della partenza, recita: “ritrovo alle ore 8.30 con partenza alle 9.00 di venerdì 01 settembre”… dai che andiamo!!!!

E così…

DAY 1

Come detto, partenza fissata per le 9, alla testa del gruppo il Road Max Tacchi. Il percorso di avvicinamento a Bolzano si preannuncia veramente interessante: autostrada fino a Lomazzo Sud, percorriamo poi la statale fino ad Arosio dove ci immettiamo sulla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, il percorso è veloce e molto spesso in galleria fino a Bellano, dove abbandoniamo la superstrada e scendiamo in paese per una sosta caffè.

Ne approfitto per scrivere a casa “ciao, sosta a Bellano per un caffè” e in tutta risposta ricevo “ma stai andando a Bolzano, cosa ci fai sul lago di Como?????”: domanda legittima ma si sa, l’importante non è la meta ma il viaggio…. E poi, tutte le strade portano a Bolzano, no?

Tornando a noi, rifocillati dopo la sosta caffè ripartiamo percorrendo la strada provinciale 72 in direzione dell’alto lago e della Valtellina, tra verdi panorami ed il lago che placido ci guarda passare: in breve, sfiorata la penisola di Piona raggiungiamo Colico e subito dopo il trivio di Fuentes, dove imbocchiamo la Statale 38 dello Stelvio in direzione Sondrio, il traffico è poco e la nuova variante della statale ci permette di bypassare i paesi della bassa valle, in men che non si dica siamo a Teglio, oltrepassiamo l’abitato di Tresenda e pieghiamo a destra per salire lungo le curve della Statale 39 che attraverso verdi boschi e ripide pareti rocciose ci porta fino all’Aprica, località in cui è prevista la sosta per il pranzo. Il menù (redatto peraltro dai migliori cardiologi, per cui sono in lista pizzoccheri, ravioli con bresaola ed altre specialità locali a base di colesterolo liquido) soddisfa pienamente il nostro appetito e dopo esserci rimpinzati siamo pronti a ripartire, in direzione di…. Bolzano, direte voi… sì sì ma prima, qualche curvetta per stimolare la digestione!

Scendiamo quindi fino a Edolo, da qui via verso Ponte di Legno e il passo del Tonale, che raggiungiamo non prima di aver ammirato, anche solo di sfuggita, il complesso dell’Adamello con il suo ghiacciaio. Cominciano ad apparire i primi cartelli con scritto “Trento” (visto che in Trentino ci arriviamo???) infatti dai 1883 metri del tonale iniziamo la discesa verso il trentino, attraversiamo Cles e sfioriamo il Lago di Santa Giustina raggiungendo poi Mezzolombardo, pieghiamo a nord e percorrendo un tratto di Strada del Vino raggiungiamo Appiano ed infine Bolzano, la nostra meta prima di raggiungere l’hotel è, ovviamente, la concessionaria Harley di Bolzano dove sono già presenti alcuni Chapter. Finita la giornata, direte voi… e invece no! Dopo una breve sosta in hotel per “rimettersi in sesto” ci rechiamo nuovamente in concessionaria e da lì, una volta raggruppati tutti in Chapter partecipanti, puntiamo in direzione nord fino a Naturno, per andare a cena al Biergarten della Forst Brauerei. Lungo la strada si agganciano alla colonna anche gli amici Stefano e Stefania, Lucio e Chiara, partiti da Lodi in un secondo momento. Giunti in birreria, riusciamo a sederci tutti ad un unico tavolo per una cena in allegria, cena squisita ed accompagnata da ottima birra. A fine serata possiamo fare rientro all’hotel per il meritato riposo, in previsione di un sabato che si annuncia davvero spettacole, anche in virtù del meteo, quest’anno estremamente favorevole.

DAY 2

Sabato mattina, giorno in cui è fissato il Run organizzato dal Dolomiti Chapter, partiamo alle 9 dall’hotel per raggiungere la concessionaria. Quest’anno, rispetto all’anno scorso, il run è stato organizzato con un percorso ad anello e 4 check point da toccare per far timbrare la cartolina dell’evento: i Chapter presenti sono stati divisi in due gruppi, che effettueranno il percorso ad anello in direzioni opposte; ciascun Chapter all’interno del gruppo assegnato potrà percorrere il giro con il proprio ritmo, l’importante sarà avere i quattro timbri dei check point a fine giornata.

Siccome è più facile da fare, che da raccontare, in breve siamo pronti per la partenza: partiamo primi all’interno del nostro gruppo (con noi in seconda posizione il Chianti Chapter ed a seguire il Lepini Chapter): lasciamo Bolzano puntando a nord attraverso la Statale 38 fino a Lana, lasciata la statale iniziamo a salire attraverso distese di conifere e pascoli fino ai 1781 metri del Passo Castrin, abbiamo raggiunto il primo check point respirando a pieni polmoni tutti i profumi del bosco. Breve sosta, e poi si riparte in direzione Matzlaun, risaliamo per la forcella di Brez, poi sfioriamo Tret e Senale, puntiamo nuovamente verso nord e siamo ai 1518 metri del Passo Palade raggiungendo così il secondo check point.

Nel frattempo, si è fatta l’ora di pranzo e dobbiamo spostarci verso la seconda parte del percorso: scendiamo verso Lana e Merano, risalendo poi la Val Passiria ci fermiamo per pranzo al Martinerhofs Brauhotel di San Martino in Passiria. Ripartiamo poco dopo le 15 in direzione del passo Giovo, che dista pochi chilometri: raggiunta la cima siamo a 2094 metri e al terzo check point… ormai ne manca solo uno per completare il giro.

Iniziamo la discesa (asfalto non bellissimo, in questa parte di percorso, ma comunque più che percorribile) e raggiungiamo Vipiteno, subito prima dell’ingresso in città pieghiamo verso sud e iniziamo a risalire in direzione del Passo Pennes a 2211 metri, abbiamo conquistato anche il quarto check point. A questo punto c’è l’ultima discesa da percorrere, per rientrare in direzione Bolzano: arriviamo in concessionaria attorno alle 18, dopo 240 chilometri percorsi tra curve, tornanti e paesaggi mozzafiato. C’è un ultimo sforzo da fare: tornare in albergo e prepararsi per la cena del sabato, organizzata presso la fiera di Bolzano; soddisfatti per la giornata appena trascorsa partiamo a piedi dall’hotel ed in circa 15 minuti raggiungiamo la location prescelta per la serata in compagnia degli altri Chapter.

DAY 3

È già ora di tornare…

La partenza è come d’abitudine fissata per le 9: anche oggi la giornata è meravigliosa ed un cielo sereno ci accompagna nella nostra discesa verso Trento, risaliamo quindi la valle del Sarca passando dai laghi di Toblino e Santa Massenza, continuiamo poi in direzione di Tione di Trento e rientriamo in Lombardia percorrendo la valle del Chiese e raggiungendo così il Lago d’Idro.

La sosta per il pranzo è presso il Ristorante “Villa la pausa”, in posizione panoramica con vista sul lago (e menù redatto sempre dai migliori cardiologi, anche qui abbiamo la possibilità di degustare alcune specialità locali).

Alla ripartenza siamo tutti un po’ malinconici, ben consci che questi tre giorni speciali stanno volgendo al termine: percorriamo la statale fino al casello di Brescia Est, dove imbocchiamo la A4 in direzione Milano.

Al bivio con la Brebemi si staccano dal gruppo i ragazzi di Lodi (Stefano e Stefania, Lucio con Chiara) mentre noi proseguiamo dritti verso il capoluogo lombardo.

Un’ultima sosta in autogrill ci permette sia di dissetarci (ammazza che caldo, oh) che di salutarci… arrivo a casa poco dopo le 17, ho percorso 990 km in tre giorni, come sempre in ottima compagnia, e come sempre dobbiamo ringraziare il nostro fantastico gruppo strada, che ci ha accompagnato e scortato anche in questa fantastica esperienza. Alla prossima.

Luca

 

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Run delle Cime Innevate

Run delle Cime Innevate

Il nome scelto per il run in programma il 23 luglio (proposto da Danilo, Roberto e Gianfranco) è di quelli da non farsi scappare: per noi poveri oppressi dalla caldazza stagnante il pensiero di una giornata al fresco è stato un chiodo fisso durante tutta la settimana precedente.

Così ci si trova alle 8 di domenica mattina, puntuali, sul retro della concessionaria.

Neanche il tempo di togliersi il casco ed iniziare il giro dei saluti di rito, che dalle nuvolette che assediano il cielo di Legnano piovono alcune gocce: qualche minuto scarso di pioggia ed il piazzale è umido come Saigon, per fortuna siamo pronti a partire, ci si incolonna e via, al comando del road Davide Solbiati.

Pochi km ed imbocchiamo la A4 a Marcallo/Mesero, direzione Torino e poi A5 fino a Pont Saint Martin, dove usciamo dall’autostrada e percorriamo la statale puntando verso Aosta: la strada si snoda tra i vari paesi con un piacevole alternarsi di curve e saliscendi, cime rocciose e verdi pendii sfilano via veloci.

Attraversiamo qualche località famosa (Arnad tra tutti, con un pensiero al lardo…) e passiamo ai piedi del forte di Bard, che ci guarda severo dall’alto della rupe su cui è stato costruito: nel corso dei secoli ha visto passare armate a cavallo ed altri eserciti, oggi vede il passaggio dei valorosi del Legnano Chapter (una volta eravamo Mirmidoni, ma questa è un’altra storia…).

Giunti alle porte di Aosta due lunghe gallerie ci permettono di imboccare la strada per Valpelline e quindi, risalendo la vallata, Bionaz e su su (al fresco finalmente…) sino alla diga di Place Moulin, spettacolare opera di ingegneria: alta 155 metri, larga 678 m, può contenere fino a 93 milioni di metri cubi d’acqua immagazzinata a scopo idroelettrico.

Dopo una breve sosta per ammirare la diga e le creste alpine circostanti si iniziano a sentire dei brontolii, non sono tuoni ma i nostri stomaci che segnalano “abbiamo fame!”, veloci quindi si rimonta in sella per scendere un pochino di quota, giusto qualche chilometro di strada e qualche centinaio di metri più in basso per accomodarsi in una graziosa area verde sulle rive del lago Lexert: prato, alberi e tutto quanto necessario per fare un picnic in assoluta tranquillità.

Si sa però che, da buoni motociclisti, non si riesce a star fermi più di tanto… per cui alle ore 15 tutti pronti per il rientro: delle due strade proposte (una più dritta e l’altra più tortuosa) prevale ovviamente la più movimentata, quindi scendiamo nuovamente fino ad Aosta per ritornare lungo la statale fino a Saint Vincent, dove pieghiamo a destra ed imbocchiamo una strada secondaria che si arrampica fino al Col de Joux per poi ridiscendere fino a Brusson e da lì a Verres, sul fondovalle (magnifica la vista del castello che domina il paese), dove imbocchiamo l’autostrada in direzione casa.

A fine giornata il contachilometri, azzerato alla partenza, segna quota 474, una bella cifra per una giornata davvero piacevole in compagnia di bella gente (come sempre), attraversando paesaggi meravigliosi.

Alla prossima.

Luca

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Run Rock on the Beach

Run Rock on the Beach

Ed anche il Rock on the beach è qui, finalmente!!! Il rock show by Fabry Chiarelli – ideato, voluto e realizzato da Paolo Foley – si terrà al Chiosco11 di Savona l’8 e 9 luglio ’23. Il binomio “Rock & Harley” è l’accostamento perfetto, è come il cacio sui maccheroni, è per noi anime rock ed io ho deciso che non posso perdermi quest’occasione in più a Lino piace il mare.

L’incontro in concessionaria è previsto sabato 8 luglio alle 9, partenza 9,30. Siamo in 27 moto scintillanti, esuberanti, con le ruote scalpitanti ed ansiose di fare kilometri, i nostri cavalli chiassosi ma per noi non è rumore bensì musica. Le ladies con moto sono tre, Barbara, Cinzia e Lory – sveglia dalle 3 per  l’agitazione e l’emozione, al suo primo run dell’anno dopo un lungo periodo di assenza – e si posizionano sulla griglia di partenza ed a seguire il resto della banda.

Via, si va verso Savona!! L’emozione ad ogni partenza da Legnano è sempre forte, credo di non abituarmici mai, senti addosso gli sguardi dei passanti, vedo sorrisi e stupore nei loro visi; la mia mano che sorregge il cellulare per la consueta ripresa della partenza è pronta, così come tutto lo speciale Gruppo Strada che ci supporta e protegge, formato da Andrea, Marco, Davide, Teskio (new entry o special guest come racconterò più  avanti). Il Road è Paolo Foley, chiude il gruppo il director Carlo, accompagnato da Laura. Ci dirigiamo verso l’autostrada A4, entriamo a Mesero dove Sara e Manuel ci stanno aspettando. Durante la prima sosta caffè/benza/bisogni, Carlo ci presenta Teskio – un Safety con guida brillante ed attenta – un viso nuovo per qualcuno mentre, per qualche socio di vecchia data, no poiché faceva parte del Legnano già qualche tempo fa, il quale spende anche due parole di augurio di lunga vita al Legnano Chapter. Teskio, che ci ha fatto la cortesia di accompagnarci nel nostro giro solo per il sabato, è famoso per una prodezza: in piedi sulla sella con la moto in movimento e le braccia aperte, in volo d’angelo. Mi ha mostrato il video, non ci credevo.

In autostrada non sono molti i km, il percorso è misto, ben studiato e accontenta tutti; il Road ha previsto una sosta pranzo ad Alba e poi di nuovo in sella, ma stavolta nelle bellissime terre dei vini piemontesi. Barolo, Novello, Monforte d’Alba, Roddino, Cerretta Langhe, Serravalle Langhe, Bossolasco ci deliziano con i loro stupendi paesaggi dai verdi intensi e con le immense distese di vitigni, si rimane senza fiato davanti alla natura!

Una scenetta simpatica ad Alba: mentre si aspettavano gli altri al ritrovo per la ripartenza, Marco posiziona con cura all’ombra il casco di Chierici (lui doveva ancora arrivare), quindi Cinzia gli chiede spiegazioni sul perché non abbia messo anche il suo all’ombra?! Nel frattempo, spunta anche Andrea che si siede sulle gambe di Marco. Risultato è che Cinzia esclama: “Marco ma cosa sta succedendo con Andrea?” e scoppia la risata!!

Si procede quindi verso Cuneo e poi la sp661 fino a Montezemolo, famosa per il miele leggo su qualche cartello, di fatti l’odore si avvertiva nell’aria. Raggiungiamo località fabbrica Montezemolo (alt 754) per una sosta e, nel mentre scendiamo, all’orizzonte vediamo una piazza immersa da moto da strada, con i loro conducenti svestiti dalle loro pesanti tute protettive dato il gran caldo, noi  harleyisti in maglietta e top ma proprio TOP!! Toppissimo!

A questo punto mancano solo 35 km a Savona; il percorso riprende sempre nell’entroterra tra curve e colline ed alle 16 giungiamo a destinazione, “Chiosco11” all’ altezza di una bellissima chiesa “Santo Spirito e Concezione di Savona”. Troviamo ad aspettarci Alberto con Elena, Serena con la piccola Greta, Luca il figlio di Davide e Bellasimo. La location ovviamente si trova proprio sul mare, ci sono ombrelloni e lettini a noi riservati, la spiaggia è molto ampia, c’è un bar e ristorante con cucina, tavolini, birra fresca ed un fantastico albero che ci regala una bella porzione d’ombra; troviamo anche il palco del concerto che si terrà la sera e la band che sta provando col tecnico audio e poi il sig. Dino proprietario del locale, contento di accoglierci.

Ora… libertà – 3 ore – dopo una bella birra ghiacciata e qualche chiacchiera e risata con gli amici. Io e Lino, Toni e Lory ci dirigiamo verso l’hotel a 3 km dal chiosco, per una doccia rigenerante; abbiamo poco tempo perché alle 19 Carlo ci vuole tutti presenti al chiosco e pronti per la festa !!! Nel frattempo, c’è  chi  ha  deciso di  noleggiare l’ombrellone e rimanere direttamente in spiaggia e divertirsi  in compagnia rigorosamente in ammollo. Da una  foto deduco che Sverter sia stato lanciato in acqua vestito con tutta la sedia: ahahah fantastico!!

Ceniamo molto velocemente, siamo irrequieti, tra una portata e l’altra si scappa all’esterno, il caldo e l’afa in sala ristorante benché fosse quasi tutto aperto è insopportabile e poi abbiamo un intrattenitore d’eccellenza là fuori: formiamo un cerchio con le sedie e Teskio inizia con il suo show in italo-siculo, mi sono offerta come traduttrice viste le mie origini, Messina. Inizia un siparietto con Demis e Yasmine riguardo il loro fidanzamento: Teskio voleva convincere Demis a regalarle un diamante incastonato da 1500€, visti i tanti anni di fidanzamento; sosteneva che più sono gli anni, tanto il valore dell’anello deve salire. Si è anche proposto di accompagnarlo alla  Findomestic. Poi è arrivato il turno dei loro nomi, quasi impronunciabili per Teskio, che quindi ha deciso di ribattezzarli Carmelo e Giorgia per comodità; ahahah quanto ridere! Il suo linguaggio prevede l’uso di italiano con cadenza e parole completamente in dialetto senza perdite di tempo in traduzioni, ma la cosa strana è che comunque tutti capivano e si spanciavano dalle risate. Credo ci sia in lui una dote naturale di comunicatore per riuscire a catalizzare l’attenzione in questo modo. Stasera c’è anche una ricorrenza importante Luca Solbiati festeggia i suoi 18 anni e la torta con discorso non può mancare ed a seguire il tunnel umano con annesse pacche sulle sue povere spalle in segno di buon augurio; dopodiché discorso con ringraziamenti al Legnano Chapter, che frequenta praticamente da quando era piccolino.

Sono le 21 ed il concerto ha inizio; Lory parte subito alla prima nota ed io la seguo: il richiamo della musica per noi è forte, scusate .Fabry Chiarelli – professionista del settore con la sua band – intona pezzi dei Queen, Led Zeppelin, AC-DC, Aerosmith ma a me salta all’occhio il batterista, un talento. Il fenomeno Tommy Chiarelli, il figlio di  Fabry che ha solo 13 anni!!! Un prodigio!! La serata rock è nel pieno e appostate sulla panca ci siamo Laura, Sara, Lory ed io; facciamo dei balletti a tempo, in un altro lato Elena e Barbara che si scatenano anche loro e dove ho scoperto in Elena una profonda anima rock: non si è mai fermata in 2 ore di concerto.

Il concerto finisce alle 23,15 col  benestare del sig. Dino che ci ha concesso un quarto d’ora in più.

Adesso finalmente ci aspetta il letto, siamo abbastanza cotti complice anche il gran caldo; invece, una parte di soci si rimette in sella perché hanno scelto di rientrare in notturna  – come da programma – e, da 27 moto, ci ridimensioniamo a 12 .

La domenica mattina è free, ognuno ha la libertà di fare la qualunque. Quindi c’è chi ha deciso di rilassarsi sotto l’ombra del pino al Chiosco11, chi è salito in moto ed ha fatto dei giri sulla costiera ligure come me e Lino sull’Aurelia a 50 all’ora a goderci i vari paesaggi che ci offre la Liguria. Noli, Bergeggi, Pietra Ligure, Finale, Ceriale, Loano, Borghetto Santo Spirito.

L’appuntamento col resto del gruppo è alle 13, pranzo al Chiosco11, dove ci preparano svariati piatti a scelta, veramente buoni e di qualità. Qui ho approfondito la conoscenza con i 4 amici simpaticissimi di Lodi : Chiara e Lucio e Stefania e Stefano.

Un’oretta di pausa post pranzo, il fischietto incombe, prepariamo noi e le nostre moto per il rientro; ci si trasforma da bagnanti in infradito a riders: quindi pantaloni lunghi, scarpe da viaggio e gilet. Il Road ci comunica che passeremo dal Sassello e poi ad Alessandria in autostrada.

Al bivio con autostrada per Piacenza altre 2 moto ci salutano, sono gli amici di Lodi. Il run volge al termine, ultimo stop in area di servizio: è  tempo di saluti ed arrivederci. I Km percorsi – circa 600 – la compagnia e l’organizzazione del Road e Gruppo Strada, sempre e comunque bravi, hanno confermato quanto è bello il Legnano Chapter !!

Grazie e Ri-grazie a tutti!

LCI ❤

Rosanna

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RUN DEI FELLINIANI – RICCIONE CHAPTER

RUN DEI FELLINIANI – RICCIONE CHAPTER

Il nostro Run verso Riccione parte già sapendo che  il meteo  è avverso, ma un ultimo sguardo all’app. dice che dovrebbe iniziare a piovere verso le 14… almeno partiamo asciutti, tempo di tirare fuori la moto e tic tic tic; ok si torna in garage e si parte con antipioggia da subito. Quindi si parte con anticipo, mi fermo a fare benza, e leggo che il nostro caro Road Captain Max Tacchi dice di proseguire al Q8 dopo la concessionaria così aspettiamo gli altri al coperto; in effetti a Busto per un attimo sembrava di essere su un pedalò in mezzo al mare….

Ore 14.35 mancano Demis e Jasmine che ci raggiungeranno ed arrivato anche il nostro ultimo compagno di viaggio da molto lontano, Limbiate – e decise le soste benzina a Arda, Pioppa e Rubicone – partiamo tutti subito in direzione A8. La pioggia ci accompagna fin da subito ma noi del LCI siamo sempre pronti e questa volta il film La Strada, di Fellini, lo giriamo noi in  versione Harley Davidson.

Arrivati in tangenziale subito coda fino a quasi l’imbocco A1, va beh è venerdì a Milano….dopo aver fatto le prime soste benza per la nostra guerriera Cinzia sullo Sportster, ripartendo pensiamo che magari vista ora e meteo, verso Bologna, ci sarà meno traffico… ma è chiaro fin da subito che a noi del LCI pioggia, tempesta, traffico sulle tangenziali, non ci fermano; quindi, il nostro film La Moto va, prosegue scandita dalla precisione del percorso deciso dai nostri officer.

Arriviamo a Cattolica dove stranamente non piove… appena fatto check-in, son già le 22 e ci dirigiamo verso una pizzeria per cenare. Il dopocena – aspettando la nostra coppia di bikers mancanti – si svolge in un bel locale nel centro di Cattolica e dopo aver degustato il famoso cocktail gin mare, che dopo il secondo, inizi a sentire le onde, scopriamo la prima massima, forse per effetto dell’alcool: in una coppia c’è sempre un positivo e un negativo, se no la lampadina non si accende…A un certo punto come d’incanto, appaiono da dietro il tavolo anche la nostra giovane coppia Demis e Jasmine; ora il team è al completo ed è come se fossimo in Ginger e Fred, la gioia e l’allegria di rivedere e riabbracciare con i tuoi compagni del Chapter, ti fa sembrare di essere dentro un film in cui tutti siamo i protagonisti.

Ore 9.30 di sabato mattina, è il giorno de: La dolce vita!  Siamo già tutti pronti e ci dirigiamo verso la concessionaria Motorfan del Riccione Chapter ed appena entriamo nella clubhouse vediamo un’organizzazione da film: per le loro riunioni un tavolo rotondo e sgabelli tutto in tema HD con bancone del bar, macchina popcorn, all’esterno un’altalena con lo sfondo del mare dove facendo le  foto, sembra di essere davvero on the beach; proseguendo ci sono i tavoli ed il palco della band e per finire la ricostruzione della mitica baracca dove è uscita la prima Harley Davidson. Sembra davvero che sia opera del mitico Federico e – tra una piadina con la nutella e uno spritz – gli attori del nostro più bel film siamo noi; la cordialità e gioia di stare tutti insieme nel gruppo viene sempre fuori e ogni volta è come rivivere un Amarcord raccontando dei Run precedenti.

All’ora di pranzo ci rechiamo al Frontemare beach club di Riccione, un’ottima location con DJ set sulla spiaggia, pranzo con pesce a buffet e qui inizia la guerra di Mezzogiorno di fuoco! Si, perché nel rally pack c’erano le pistole ad acqua che ci hanno fatto tornare indietro di parecchi anni; una guerra di tutti contro tutti dove il nostro caro Enrico Fazio è stato preso letteralmente di mira da un ragazzino e qui siamo tornati tutti bambini, come non si vedeva da anni. Anche il nostro Frank ha fatto il “ragazzo immagine” che balla la musica del DJ. A questo punto per qualche ora si dividono le nostre strade perché, dovete scusarmi, ma per me il richiamo del mare è troppo forte e, mentre io decido di fare un pomeriggio in spiaggia tra gli ombrelloni ornati delle bandiere dei rispettivi Chapter (uno spettacolo da vedere), tutti gli altri decidono di fare un giro per le strade panoramiche intorno alla zona. Vi giro il riassunto del nostro Capitano: il giro a San Marino l’ho creato perché è una meta turistica davvero particolare, a pochi km da Rimini.

La vista dall’alto è notevole, peccato che sabato il cielo fosse coperto.

Da lì l’idea era di creare un giro che ci portasse in  riviera facendo un percorso tra le strade dell’Appennino ed Urbino che era a portata di mano.

Il panorama era stupendo, tra tornanti, saliscendi e tanto verde, ideale da ammirarlo in moto, Tavullia è stata un passaggio “obbligato”, terra di motori e piloti ,si respirava la presenza del Dottore ad ogni metro dell’ asfalto.

Un giro prettamente turistico, semplice, ideale per rilassarsi alla guida in assenza di traffico e caos…Un toccasana. ( Max Tacchi)

Una volta rientrati tutti, mentre si parcheggiano bene le moto per farle stare in uno spazio ristretto, scopriamo un’ altra massima degna dei maggiori filosofi: si chiama Sportster perché è facile da spostare!! – ed io che mi chiedevo da anni quale fosse l’origine del nome così longevo –

All’ora di cena ci spostiamo a piedi verso la location Malindi terrazza mare sulla spiaggia; appena arrivati rimaniamo a bocca aperta: immaginate di arrivare a ridosso dell’arenile col tramonto che bacia tutti i tavoli dei Chapter, con le nostre bandiere che nel perimetro ci dicono da dove arriviamo e ci abbracciano per rendere l’idea che questi sono i valori del nostro mondo (e qui entriamo sul set de La dolce vita e penso anche de I Vitelloni).

Man mano che il sole si posa delicatamente sul mare davanti a Noi scorrono delle portate di pesce fresco appena cucinato, degno dei migliori chef, il tutto accompagnato da ottimo Prosecco – per la  felicità di qualcuno – ma tanto per il ritorno non dobbiamo guidare; quindi ancora grazie per l’ottima scelta dell’hotel a due passi e inizia la festa abbomba!!! Tra cori, canti, brindisi balli di gruppo e break dance a cerchio dentro la pista, si scatena la febbre del LCI di sera ed arriva così il momento delle premiazioni dei gruppi e i nostri Officer salgono sul palco per scambiare gli omaggi.

Siamo a domenica mattina e la giornata si preannuncia molto calda, ma a noi la nostra voglia e piacere di stare insieme fa sentire freschi d’estate e caldi d’inverno; non esistono bastoni nelle nostre ruote…

Ci dirigiamo fino a Occhiobello in A14, proseguiamo poi sulla statale dell’Eridania che, secondo me, andrebbe chiamata degli autovelox – uno ogni 5 km, mai visti così tanti – ma la meta per il pranzo ci ripaga di questi rallentamenti; ci fermiamo a Mantova entrando dal ponte sul Mincio in gruppo. Immaginate come se fossimo in parata sul ponte del Mincio con il castello dei Gonzaga che ci aspettava come per darci il benvenuto in questa bellissima città e, subito dopo il ponte, parcheggiamo vicino alle mura storiche e qui ci aspetta Tazio, il cugino di Fazio ( vedi foto),  presso l’antica osteria la Fragoletta, in onore ad una famosa attrice teatrale che lo frequentava. All’interno il locale ci fa rivivere l’appartenenza ad un’epoca passata con mobili antichi e soffitto a cassettoni, come se fossimo ospiti della nobil casa.

Il nostro rientro prosegue ed i nostri officer sembra abbiano il potere di leggerci nel pensiero, perché ad un certo punto, dove il caldo era molto fastidioso, il nostro Capitano decide di fare sosta sulla BreBeMi x reidratarci e prendere un altro caffè. Questo è stato un momento triste poiché ultima sosta e quindi saluti e baci; purtroppo, questi 3 giorni sono volati come ogni momento bello ,un momento trascorso senza pensare ai problemi di tutti i giorni che ognuno di noi ha…condividendo il tutto con chi ha ideato il programma. Quindi, fieri e orgogliosi di stare bene tutti insieme, un grazie di cuore a Max, Frank, Enrico, Marco e Cinzia, Lino e Rosy, Demis e Jasmine, Filippo e Simona, per aver vissuto tutti insieme questo magico film degno di Fellini, un abbraccio ed arrivederci al prossimo Run con sempre LCI nel cuore!!

Marco

 

25° Anniversario BASSANO DEL GRAPPA CHAPTER

25° Anniversario BASSANO DEL GRAPPA CHAPTER

Un tempo si raggiungeva la maggiore età al compimento del 21° anno ed era festa grande; perché mancare dunque ai festeggiamenti di un traguardo ancor più importante come quello di un 25° anniversario?

DETTO… FATTO!!

La mattina di venerdì 9 Giugno, 4 moto hanno acceso i motori davanti alla concessionaria HD di Legnano per intraprendere un viaggio che, conquistando vette, passi e laghi, le avrebbero condotte fino a Bassano del Grappa per una 2 giorni all’insegna di chilometri e del sano divertimento in stile “on the road”.

Guidati dal Capitano Max, dopo i pochissimi chilometri programmati di autostrada, dall’uscita di Bergamo si cominciano ad assaporare le prime curve che ci fanno ammirare il versante sinistro del Lago di Endine prima e d’Iseo dopo.

La strada comincia a salire, e dopo circa 45 minuti siamo alla conquista del Passo di Crocedomini (1.900m sul livello del mare a sud del parco dell’Adamello) che segna l’inizio della discesa verso il Lago d’Idro.

Una breve sosta per il pranzo a Ponte Caffaro (BS) e sotto qualche goccia d’acqua si riprende il viaggio verso Trento per costeggiare il Lago di Caldonazzo ed imboccare la statale della Valsugana fino alla destinazione finale.

Dopo circa 370km, il 90% dei quali su strada a scorrimento lento, la nostra prima meta è la concessionaria HD di Bassano del Grappa dove siamo accolti con un rinfrescante spritz che ridona vigore a corpo e “spirito”.

Puntuale come un orologio svizzero Paolo Pogliani e sua moglie Viviana ci raggiungono dopo essere partiti da Milano nel primo pomeriggio in solitaria e la combriccola cresce di 2 unità, in attesa del mattino seguente quando saremo finalmente al completo con l’arrivo di Marco Boscolo e Demis con le rispettive ladies, Liliana e Yasmine.

La prima serata è all’insegna del totale relax nella bellissima piazza centrale di Marostica che, oltre a qualche “giro” di aperitivo, offre al gruppo la possibilità di immergersi in un turbinio di sapori gastronomici presso una nota osteria della zona.

Dalle 10:00 di sabato mattina la strada adiacente alla concessionaria è un fiume di moto pronte ad allinearsi e dare inizio ad un Run che, passando da una collina all’altra tra dolci sali e scendi, porta centinaia di partecipanti alla tanto sponsorizzata “merenda in stile Bassano”: fritture di ogni genere, buonissima carne alla brace, focacce e pizze sfornate in real time accompagnano sinceri brindisi sotto un sole che scalda e unisce nuovi e vecchi amici provenienti da ogni parte della penisola (e questa è una magia che scalda l’anima ancor più che la pelle sotto il sole d’estate).

Il cielo, che aveva accompagnato con benevolenza e rispetto ciascuno di noi nel suo viaggio, ha deciso però di farci l’occhiolino e “allietare” il nostro trasferimento serale su due ruote dall’hotel alla location finale con una bella scarica d’acqua che però non scalfisce minimamente l’entusiasmo del gruppo, consapevole che qualsiasi situazione si possa affrontare e superare insieme.

All’insegna del “chi mangia bagnato, mangia fortunato” si va avanti e non si arretra di un centimetro vivendo intensamente la serata in compagnia di tutti i Chapter presenti fino a tarda notte.

Dopo qualche ora di meritato riposo, capitanati questa volta dal Road Alberto Sciuccati, siamo nuovamente in modalità “on” con la chiave girata per un nuovo viaggio che da Marostica, con il consolidato programma di evitare il più possibile la rete autostradale, porterà ciascuno dei partecipanti alla propria dimora. Dopo una trentina di chilometri comincia la salita alla conquista del Passo della Borcola che mette in comunicazione la provincia di Trento e Vicenza, fra la Val Posina e la Val Terragnolo fino a raggiungere Rovereto. Da questo punto in avanti si viaggia a buona andatura verso l’ultima tappa programmata: il centro di Verona dove il nostro grande Frank ha organizzato uno spettacolare pranzo vista Arena.

Con la pancia piena la nostra bussola può definitivamente puntare verso casa percorrendo gli ultimi 170km sotto un sole rovente che ci accompagna per l’intero tratto.

Dopo circa 2 ore sono immerso nella quiete domestica e con in corpo ancora l’adrenalina che solo un viaggio in moto sa darmi, comincio a pensare alla prossima partenza rileggendo quanto scritto indelebilmente sulla mia pelle da molti anni:

“Siate liberi di guardare lontano, oltre l’orizzonte… siate liberi di viaggiare veloci o lentissimi, ma sempre dove vi porta il suono schietto della moto che annuncia il vostro arrivo come un tuono annuncia il temporale.”

SEMPLICEMENTE GRAZIE a Max, Alberto (Sciuccati), Frank, Simona, Paolo (Pogliani), Viviana, Demis (Dennis dopo questo week-end ) Yasmine, Marco (Boscolo) e Liliana per aver condiviso con me questo week end onorando il nostro Legnano Chapter in quel di Bassano del Grappa e soprattutto per essere stati uniti e compatti, sempre col sorriso sulle labbra e la voglia di stare semplicemente bene INSIEME.

Ci sarebbero molti modi per chiudere il racconto che ci ha visto protagonisti come LEGNANO CHAPTER ITALY in un week end molto importante per i nostri amici del BASSANO DEL GRAPPA CHAPTER, ma credo che il tutto si possa racchiudere in poche semplici parole:

L’amore per la moto riesce, come una magia, a liberare l’energia imprigionata nel cuore degli uomini e ad illuminare i sotterranei dell’anima…. quindi: SPINGEREEEEEE!!!! 

Filippo

 

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Run Castello di Padernello – I Marinello all’attacco

Run Castello di Padernello – I Marinello all’attacco

Ci sono dei giorni che partono storti ma poi diventano bellissimi grazie all’ostinazione a non arrendersi ad un meteo che alle 4.30 di mattina buttava giù di tutto.

Così domenica 4 giugno ci ritroviamo alle 7.30 in concessionaria per goderci questo primo Run interamente ed ottimamente organizzato dalla Marinello Family con il supporto logistico del Road Max Tacchi che ha studiato a sua volta un percorso stradale molto interessante portandoci da Legnano fino alla Bassa Bresciana senza fare un km di autostrada.

Visto che, nonostante stia ancora allegramente piovendo, siamo comunque presenti in ventuno, secondo Dario questo articolo dovrebbe partire così: “Alle 7.30, ligi al dovere, i nostri mirmidoni del Legnano Chapter, noncuranti del pericolo e delle avversità meteorologiche, si ritrovano senza paura dell’ignoto in quel di Legnano, pronti a seguire il loro condottiero Max Tacchilleus nella campagna lombarda alla conquista del Castello di Padernello! Non affronteranno mari tempestosi o uragani ma bombe d’acqua provenienti da ogni direzione e, a cavallo dei loro destrieri, riusciranno comunque ad arrivare alla vittoria”.

L’idea non è male. Il problema è andare avanti perché lui, dopo aver dato tutto in queste cinque righe molto epiche, mi ha passato il foglietto ed è svenuto sulla scrivania. Comunque, come dicevo, dopo aver lasciato la concessionaria il Road Max ci guida verso Mesero, Magenta, Abbiategrasso dove, poco prima di intercettare la Croci Family, una bastardissima macchia d’olio in un rondò fa correre un brivido lungo la schiena di Alberto ed almeno tre o quattro su quella di Filippo. Visto che sta studiando da Historian non poteva limitarsi ad una scodatina della ruota posteriore, così si ritrova involontariamente in uno spettacolo da stuntman di tutto rispetto con la moto che sembra un toro incazzato nero. Fenomenale anche la gestione della situazione da parte di Simona che è seduta dietro; per non disturbare Filippo mentre discute con la sua Touring, lei giustamente fa l’opossum: si finge morta ed aspetta. Ottima scelta!

La sosta a Landriano per un caffè arriva a fagiolo per rimettere il cuore dentro il torace e poi ripartiamo. Passiamo per il Lodigiano, poi Soresina e risaliamo verso San Paolo, nel bresciano, arrivando a Padernello in perfetto orario per mangiare all’Osteria Aquila Rossa. So che volete sapere come e cosa si è mangiato ma, per non dilungarmi, vi dico solo questo: Cinzia ha concordato un menu degustazione di specialità bresciane. Il livello qualitativo era ottimo ed a livello quantitativo era tale che Alberto Sciuccati ad un certo punto ha detto “Basta! Sono pieno”. Penso non ci sia altro da dire se non che Cinzia ha centrato alla grande anche questo step del Run. Anzi, ho cambiato idea e ve lo dico lo stesso: fettine di polenta con vari condimenti, salumi freschissimi, casoncelli, tagliatelle al ragù di lepre, gnocchi verdi, porchetta con patate, tagliata di manzo che si scioglieva in bocca, dolce a scelta sempre di dimensioni “large”, caffè. Non male direi.

Con tutto questo bagaglio in pancia ci dirigiamo, fortunatamente a piedi, verso il ponte levatoio del castello di Padernello dove alle 14.30 abbiamo appuntamento con Valeria, la nostra guida.  Ragazza simpatica, preparata a livello storico e sicuramente affezionata al lavoro di recupero del Castello che sta portando avanti la Fondazione che lo gestisce.

Un brevissimo cenno storico (anche per non rovinare la visita a chi ci vorrà andare). Questo splendido castello a pianta quadrata, con tanto di torre, fossato e ponte levatoio, è stato edificato tra il XIV ed il XV secolo dalla casata dei Martinengo, famiglia di soldati mercenari fedele alla Repubblica di Venezia, per la quale avevano il compito di presidiare il territorio della pianura bresciana che confinava con il Ducato di Milano. Inizialmente era una semplice torre con casa annessa ma in seguito, con il trasferimento in pianta stabile a Padernello di un ramo della famiglia, è stato ampliato e fortificato fino ad arrivare alle dimensioni odierne. È composto da oltre 100 stanze che la Fondazione sta pian piano restaurando visto che nel 1961 il castello è stato abbandonato dall’ultimo conte che lo abitava e, per oltre 40 anni, ha subito i danni delle intemperie e dell’incuria portandolo addirittura nel 2002 ad un crollo della cinta muraria destra. È a seguito di questo crollo che il comune, insieme ad un gruppo di imprenditori decide di acquisire la proprietà del castello e creare la Fondazione che ha lo scopo di restaurarlo e di rilanciarlo per promozionare tutto il borgo. Visto l’entusiasmo di Valeria credo proprio che ce la faranno.

Salutata e ringraziata la nostra guida, torniamo velocemente alle nostre Harley perché temiamo di incontrare nuovamente il brutto tempo sulla via del ritorno. Effettivamente, all’altezza di Caravaggio, becchiamo un temporale ma niente che le nostre tute antipioggia non possano gestire in scioltezza.

Chiudo ringraziando ancora i Marinello di Padernello per questa loro splendido Run in rima e tutto il nostro gruppo strada, impeccabili come sempre. Cinzia ha detto che ne ha già un’altra di destinazione in testa: l’importante che sia in rima come questa se no non vale.

Alla prossima (che non vorrei dire ma sarà l’EUROPEO A BUDAPEST. Minimo 20 pagine…)

Davide

 

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Run della Mole, ovvero un rally….

Run della Mole, ovvero un rally….

L’appuntamento era uno di quelli che non puoi perdere: il Run della Mole 2023 si presentava con tutte le carte in regola per essere un evento davvero interessante, in una location immersa in una verde vallata, un percorso su strade ricche di curve e panorami.

Ma… c’è sempre un ma: la meteo ci ha messo lo zampino (anzi, la pinna…) e fin da mercoledì una pioggia insistente ha bagnato il Torinese e le valli circostanti.

Ciascuno di noi probabilmente sperava in un colpo di coda – inaspettato – e in una parentesi, se non serena, perlomeno asciutta (non succede, me se succede…) e invece no: venerdì mattina una coltre di nubi grigie sovrastava anche la Lombardia, tanto che attorno all’ora di pranzo nella chat dedicata il road Max Tacchi comunica che, al termine di un summit (io me li immagino tutti attorno a un tavolo tipo Congresso di Vienna) è stato deciso che il run si farà ma… in auto!

Passato lo sgomento iniziale, il buon Alberto Sciuccati con la sua consueta sagacia ci ricorda che “… si fa il Rally della Mole” (come dargli torto): come sempre è giusto porre l’accento sullo spirito che ha guidato le scelte dei nostri Officer, ovvero che la sicurezza viene prima di tutto: gli eventi, anche dolorosi, legati al maltempo degli ultimi giorni ci ricordano che non vi sono le condizioni per andare in moto in completa sicurezza e spensieratezza.

Viene così aggiornato l’orario della partenza, alle 9 del sabato mattina dalla concessionaria: essendo in nove a partire da Legnano riempiamo due auto e ci avviamo verso la prima tappa, cioè Harley Davidson Torino, che raggiungiamo in circa un’ora e mezza (per dovere di cronaca, sotto una pioggia che non diminuisce mai di intensità). All’arrivo, l’atmosfera è strana: c’è il calore familiare dei ritrovi tra amici, non mancano gli abbracci ed i saluti calorosi, la maggior parte dei partecipanti è però arrivata in auto: i pochi temerari che si sono avventurati in moto hanno steso gli indumenti antipioggia ad asciugare, tra gli eroici sopraggiunti su due ruote ci sono i nostri Demis e Yasmine, che dalla cima del Lago Maggiore hanno raggiunto Torino sulla loro Harley! Grandissimi ragazzi!

Dopo esserci ristorati con caffè e qualche fetta di torta, e dopo numerosi e languidi sguardi alle moto esposte, verso le 11.30 si parte per la meta finale, ovvero Pragelato, ameno comune della Val Chisone (scopriremo, una volta in loco, che il nome non è stato dato a caso…) dove al villaggio Kinka è stata allestita la location per il pranzo e per la cena della sera.

Ovvio che le avverse condizioni meteo hanno fatto saltare tutti i programmi, per cui il run previsto per il pomeriggio non viene effettuato, dopo il pranzo a turno si sosta davanti al camino, dando la doverosa precedenza a chi, giunto fin lì in moto, ha parecchia umidità da far asciugare….

Una parte di noi, per ingannare il tempo, decide di risalire in macchina ed arrivare sino al Sestriere, altri rimangono a Pragelato, a metà pomeriggio grazie ai buoni uffici del Torino Chapter viene organizzata la visita ad un negozio di prodotti locali, con annessa degustazione (il famoso potere riscaldante dei distillati di erbe alpine…), altri ancora si cimentano nel karaoke.

Alle ore 20,30 viene poi servita la cena, un antipasto che riassume le specialità piemontesi (peperoni con il bagnèt verd, fonduta, robiolina, vitello tonnato ed altre prelibatezze) ed una sontuosa grigliata di carni miste: se fuori è freddo e la pioggia cade incessante, all’interno del locale l’atmosfera è riscaldata dall’allegria dello stare insieme e dalle risate tra vecchi e nuovi amici; in fondo, a volte non importa dove sei ma con chi sei…

Dopo le 22.30 si decide comunque di rientrare, la partenza viene fissata per le 23 circa, al termine del giro di saluti tra chi rientra e chi rimane: raggiungiamo Legnano dopo l’una, gli ultimi messaggi sono di Demis e Yasmine che ci comunicano di essere rientrati anche loro, dopo un viaggio tranquillo e prudente.

Fino ad ora è l’esperienza più strana che mi sia capitata, un run che non è un run, sotto uno dei cieli più cupi che io ricordi; tuttavia, quando sei in compagnia delle persone giuste, puoi raddrizzare anche le giornate più storte.

Alla prossima.

Luca

Bike & Blues by Genova Chapter 2023

Bike & Blues by Genova Chapter 2023

La domenica prima era stata annullata un’uscita LCI per maltempo, in settimana il meteo non è mai stato particolarmente clemente e quindi il timore di passare una giornata sotto l’acqua, per il “Bike & Blues” di sabato, era ben fondata. Per questo, fin dal venerdì, il Road Captain Davide Solbiati dà indicazioni di “wet run”: perciò si inizia con l’antipioggia indossato.

Partiamo da casa dopo le 8:00 completamente bardati e pronti per una giornata “in ammollo”.

Come sempre noi procediamo con un primo raggruppamento tra gli equipaggi che arrivano da Lodi, e poi ci si incontra, con chi arriva da Legnano: l’appuntamento è subito dopo la barriera dell’A7.

Siamo in 12 equipaggi per un totale di 16 persone, oltre ad un paio di auto con altre 4 persone che, non avendo avuto la possibilità di venire in moto, non hanno voluto comunque mancare alla manifestazione.

Percorriamo tutta la A7 accompagnati da un cielo decisamente nuvoloso con piccolissimi e temporanei sprazzi di luce, ma senza mai la certezza “di non prenderla”. Alla fine, niente acqua, per fortuna, e quando arriviamo al bivio con l’A12, veniamo addirittura accolti anche da un timido sole. Rimaniamo in autostrada fino all’uscita di Nervi, e appena fuori dall’autostrada, ci fermiamo per il pieno “pre-run” dei serbatoi, ma anche per toglierci, sperando nella buona sorte, l’antipioggia, fino ad ora fortunatamente ancora asciutta.

Si riparte, e dopo circa 3 chilometri, arriviamo al concessionario di Genova dove veniamo accolti dai ragazzi del Chapter. Ci fanno parcheggiare e poi, dopo i primi saluti, ci vengono offerti focaccia e brezel. Ovviamente reintegriamo anche i liquidi persi nel viaggio, in maniera assolutamente “adeguata”…

Facciamo un giro per la concessionaria e nel frattempo arrivano alla spicciolata tutti gli altri. Alla fine saremo 15 Chapter per circa 230 persone. Tra uno stuzzichino, una birra, qualche foto e quattro chiacchiere arriviamo all’ora di pranzo.

Per il pasto di mezzogiorno, non dobbiamo spostarci, se non a piedi. Il ristorante “Il Pievano” è infatti sotto al concessionario, ed è proprio lì che ci rechiamo per mangiare. Nel menu non mancano ovviamente pesto e pesce declinato in varie ricette; la portata più gettonata: Il fritto misto…

Per le 14:00 è prevista la partenza del Run e Marco (Road Captain del Genova) ci fa allineare dopo le spiegazioni del caso. Infatti, al contrario di quello che normalmente succede, sono stati creati diversi “piccoli” gruppi in base ai Chapter e, con diverse destinazioni, i ragazzi di casa, scortano gli ospiti in giro per la città. È una scelta giusta e vincente: il traffico e i semafori non avrebbero assolutamente permesso il Run classico al quale siamo normalmente abituati. Così facendo, invece, il numero esiguo di moto e il fatto che gli equipaggi del Genova facciano da elastico per ricongiungere chi rimane bloccato nel traffico, permette di far fare dei chilometri in città in ottima sicurezza e con il giusto spirito.

Diciamo subito che (sperando che nessuno me ne voglia) noi siamo capitati veramente in ottime mani: non solo quelle di Marco, che fa dei numeri niente male con la sua touring per guidarci per la città, ma anche quelle di Barbara, sua moglie, che è ufficialmente fotografa del Chapter ma per noi oggi è anche un perfetto cicerone.

Partiamo dal concessionario in 13 moto: 9 dell’LCI (infatti non tutti hanno avuto la “forza” di alzarsi per tempo da tavola) e 4 del Genova: RC, scopa, elastico e safety. Prendiamo per il lungomare e svoltiamo ad ovest in direzione piazza Vannuccio Faralli. Sono circa 12 chilometri praticamente tutti lungo costa. Ormai il sole scalda e il cielo è fortunatamente più blu che grigio. In una trentina di minuti siamo a destinazione, ma prima di lasciare le moto, dobbiamo passare per un pertugio angusto sul marciapiede lato strada. Abbiamo “fatto la polvere” ai paramotori e borse laterali, per riuscire a raggiungere il piazzale, ma poi abbiamo capito che è normale e che è l’unica via di accesso praticabile e consentita.

Scopriamo adesso di avere anche due “bodyguard” d’eccezione: infatti due ragazzi del Genova rimangono a presidiare le moto, in modo tale che si possa girare liberi da caschi e giubbotti. E qui entra in scena Barbara.

La nostra guida personale ci accompagna per un giro a piedi per una piccola parte dei caruggi genovesi iniziando dai giardini Baltimora (detti anche di plastica), risalendo per Campo Pisano, la ex chiesa di San Salvatore, l’Eglise Sant’Agostino, la casa di Cristoforo Colombo e poi fino in piazza Raffaele de Ferrari. Nella piazza, centro della vita mondana genovese, nel raggio di 200 metri, abbiamo incontrato due gruppetti di ragazze che stavano festeggiando due addii al nubilato. Potevamo fare mancare il nostro appoggio alle future spose? E allora, foto ricordo, magliette firmate e tante raccomandazioni, alcune anche di ripensarci… “SIETE” sempre i soliti… voi!!!

Ritornati alle moto, si riparte in direzione Sori dove ci aspetta un aperitivo in riva al mare. Sono circa 26 chilometri, evitando parte del centro chiuso per una manifestazione, ma riusciamo lo stesso a fare una tappa al monumento dei mille sul lungomare “V maggio” a Quarto.

Arriviamo a Sori alle 17:00. Ci attendono frisceu genovesi (che sono delle frittelle salate), focaccia di Recco e qualcosa di fresco da bere: come dire di no? Ormai il sole ci ha scaldato le ossa e i nuvoloni neri sono solo sopra ai monti (gli stessi che comunque dovremmo affrontare in serata), e ci godiamo il momento con tutta l’allegra brigata, in un baretto sulla spiaggia. C’è anche chi non resiste e fa il primo “pediluvio” della stagione.

Intorno alle 18:00 si riparte per raggiungere la location della serata. Sono circa una ventina di chilometri, ma con il traffico e il numero di moto in movimento, impieghiamo praticamente un’ora per arrivare. Qualcuno si perde anche, ma la tecnologia ci viene in soccorso, e, alla fine, tutti raggiungono la meta.

Per le 19:00, parcheggiamo le moto nel parco di villa Gropallo dello Zerbino, una villa cinquecentesca situata nel quartiere di Castelletto e che originariamente era la residenza estiva dei nobili genovesi Balbi.

Un secondo aperitivo è subito pronto. Nel giardino della villa, infatti, possiamo gustare stuzzichini di vario genere e continuare la reidratazione corporea che, come ben si sa e come la medicina insegna, per un motociclista è fondamentale.

Dopo le foto di rito con i loghi della manifestazione, inizia la chiamata dei Chapter per l’assegnazione dei posti in villa dove consumeremo la cena.

Durante la cena, oltre a mangiare, si canta, si balla e ci si diverte, ma sempre con un occhio al meteo. Si, perché le nubi che prima erano sugli appennini alle nostre spalle, si sono intensificate, si sono avvicinate e hanno iniziato a fare piovere.

Intorno alle 22:00 io, Stefania e Lucio decidiamo di lasciare la festa per intraprendere la via di casa. Quindi avvisiamo il gruppo strada del LCI, ci vestiamo di tutto punto, e sotto a una pioggerella fine, ma fitta, avviamo le moto.

Il rientro è un po’ più dolce dell’arrivo, nonostante la pioggia a tratti. C’è pochissimo traffico, siamo solo in due moto e la stessa A7 è decisamente più “morbida” in direzione nord. Quindi imbocchiamo l’A12 a Genova Est per un brevissimo tratto e poi su verso la Serravalle. Quando incrociamo l’A21 svoltiamo in direzione Piacenza e proseguiamo verso est.

Prima di uscire dall’autostrada a Castel San Giovanni, ci fermiamo per un caffè e, scorrendo la chat del run, scopriamo quale fosse la sorpresa che sapevamo doveva esserci. Uno spettacolo di Drag Queen ha infatti animato la parte conclusiva dell’evento serale di un molto ben riuscito Bike & Blues.

Noi arriviamo a casa intorno all’una meno venti, mentre gli ultimi messaggi di “conferma arrivo” sono delle 2:30. Siamo tutti a casa sani e salvi, magari un po’ umidi (ma poteva andare decisamente peggio) ma contenti per una nuova bellissima giornata.

Ormai lo dico ogni volta, ho molta paura di ripetermi, ma per fortuna è realmente così e sono contento che lo sia: anche oggi abbiamo rivisto vecchi amici e ne abbiamo conosciuti di nuovi. Con alcuni di loro abbiamo interagito molto bene e abbiamo goduto dell’ospitalità del Genova. Un grazie speciale a Marco e Barbara per la disponibilità e per averci fatto sentire graditi ospiti in una giornata che per i ragazzi liguri, è stata molto speciale e l’ottimo coronamento di tantissimi sforzi organizzativi.

Per la cronaca, solo a livello statistico visto che quello che conta è lo spirito, in moto ho fatto (parlo al singolare perché le strade oggi sono state molto diverse per tutti…) poco meno di 400 chilometri che mi sono goduto e che per fortuna non ho dovuto fare, come credevo, con pinne, maschera e boccaglio.

Buona strada a tutti.

 

Biker58 – SG

Run del Picchio 2023

Run del Picchio 2023

Sono appena atterrato sul divano dopo un bellissimo Run del Picchio, primo “3-days” sia per me che per mio fratello. È il momento di cominciare a pensare all’articolo per i posteri ma questa volta sto facendo fatica a riordinare le idee perché in testa ho un gran casino di cose fatte, viste e dette. C’è la soddisfazione di aver percorso oltre 1.100 km di strada, dei quali ben 500 sotto la pioggia, che ti fanno sembrare un piccolo eroe quando ne parli ai babbani non motociclisti; ma per noi è abbastanza routine. C’è poi nostalgia per la divertentissima colazione di qualche ora prima con Max Tacchi, Sciukky, Enrico Parolo, Simona ed il susseguirsi di ironie di Enrico Fazio e Filippo, con quest’ultimo che chiude la colazione accarezzando la testa del primo e dicendogli che punge. Aggiungerei anche quella del giorno prima con Enrico Lattuada, Michele ed Antonella, Carlo, Monica che arriva e cerca con aria un po’ persa la Manu che a sua volta fluttua in infradito per la sala cercando le posate. Simpaticissima anche la cena di gala della domenica seduti al tavolo con Ale e Silvia Croci, con lei che ha ancora in bocca il sapore di una Birra Moretti un po’ amara e che potrà svanire solo con delle scuse particolari, con Giovanni Rossi, i Marinello’s, i Parrello’s ed i Paccanelli’s con Cristian che si assicura che il cameriere abbia ben chiaro quali cibi deve portare a Magda se non vuole rischiare la vita (lui, il cameriere). Oppure Mariangela, che durante l’aperitivo del sabato, plana giù di sorpresa come un’aquila, ti piazza la domanda improvvisa e poi vola via, lasciandoti lì come un pirla: “perché si chiama Run del Picchio?”. Non so cosa rispondere ma ha ragione lei: mi sono sparato 500 km per partecipare a questo evento e neanche mi sono chiesto perché si chiami così. Molto brevemente, secondo studi serali approfonditi di Giovanni Rossi, che dorme poco, il Picchio è il simbolo delle Marche e lo è diventato grazie ai capostipiti Piceni che intorno al 1000 a.C hanno raggiunto le Marche dalla Sabina guidati dal suono di questo volatile posatosi sui loro vessilli. Ogni editor, per regolamento HOG, dovrebbe avere una Mariangela. Od ancora i cioccolatini after-eight che Antonella e Michele distribuivano durante le soste agli autogrill e che, nel loro piccolo, ci ridavano lo sprint per percorrere la tappa successiva sotto la pioggia. Ecco, tutto questo è un fantastico “3-days” Run con il Legnano Chapter e capisco velocemente quante cose mi sono perso in questi cinque anni che per un problema via l’altro sono sempre dovuto rimanere a casa.  Però tra qualche settimana si va a Budapest, tiè a tutte le rotture di marroni. Mah… iniziamo a scrivere e vediamo cosa viene fuori…

Il ritrovo è sabato mattina 29/4 alle 8.00 in concessionaria; ci aspettiamo la pioggia per domenica e lunedì ma per qualche ragione sta già venendo giù e ci seguirà per tutto il viaggio. Diciamo che a fare le previsioni meteo così ad minchiam siamo capaci tutti. Comunque vestiamo le tute antipioggia che tanto avevamo già pronte e si parte. Alla guida del gruppo di 20 moto c’è Alberto Sciuccati che è un Road che piace perché viaggia alla mitica velocità “Chierici” (110-120 km/h) ed anche chi sta in fondo riesce a tenere un’andatura comoda; seguiamo quindi volentieri la sua circonferenza tranquillizzante che ti fa capire che sa di cosa sta parlando anche senza quasi aprire bocca. Per esempio, quando dice semplicemente che a mangiare ci fermeremo ad una piadineria a Rimini: quando si tratta di cibo, ma non solo, Sciukky si segue, non si contesta.

In sette ore di autostrada bagnata, intervallate da tre soste carburante-caffè-toilette ed appunto un incontro approfondito con le piadine romagnole, arriviamo alla concessionaria Route 76 a Jesi e troviamo già una quantità importante di altri Chapter italiani; essere posizionati in Centro Italia sicuramente aiuta molto la partecipazione a questi eventi ma anche l’organizzazione e l’accoglienza che i ragazzi del Route 76 Chapter hanno messo in campo sono di ottimo livello. Cibarie e bibite all’interno della concessionaria ma soprattutto Vida Loca all’esterno che subito è stato messo sotto pressione dal nostro gruppetto di diversamente astemi e finisco in debito di una birra con Fazio the Man. Dopo un’oretta di public relations, Sua Ortenzietà decide di raggiungere l’albergo che ci ospiterà per i due giorni successivi ed onestamente accettiamo volentieri perché c’è voglia di un po’ di relax dopo il viaggio che abbiamo fatto. L’Hotel Federico II è perfetto per accogliere eventi come questi: grandissimo parcheggio, varie sale congressi, tensostruttura sul retro dove si svolgeranno le serate pensate dal Route 76, camere spaziose, piscina e palestra per chi ha voglia. Non io; il mio programma pre-serata prevede un paio d’ore tra doccia, svaccamento sul letto, Netflix, telefonata a casa per accertarmi di averne ancora una.

La cena del sabato è pensata in stile Street Food con buffet di panini con la porchetta, salumi e formaggi, pasta all’amatriciana, dolce e l’immancabile bus Vida Loca sterminatore di astemi; musica anni ’80 a palla guidata da DJ Totem con tanto di trenino che coinvolge il nostro Direttore (non può negare. Ci sono le foto). Siamo circa 600 persone per cui, in mezzo a quella marea umana, anche tra di noi ci perdiamo e ci ritroviamo continuamente controllando di volta in volta cosa abbiamo messo nel piatto. Sia mai che ci scappi qualcosa che poi torniamo a casa magri e sciupati. Verso mezzanotte un gruppetto, tra cui Sciukky Road, Giovanni ed i Black Brothers decide che per oggi finisce qui e si dirige verso le camere. Anche la giornata di domenica si prospetta impegnativa ed è meglio recuperare le energie.

Domenica mattina si apre con una bella idea: visto che il Run del Picchio inizierà dopo mezzogiorno, Carlo ci guida in una gradita escursione a visitare il centro di Jesi, con tanto di caffè offerto a tutti da Dario per insabbiare una foto a sua volta compromettente. La città, che non conoscevo, si rivela molto bella con ancora quasi tutte le mura romane ottimamente conservate. Se capitate da quelle parti vale la pena fare uno stop. Arrivati poi in concessionaria per un rapido ristoro e per un giro di saluti con gli ultimi Chapter arrivati solo oggi, verso mezzogiorno e mezza si parte con il Run sulle splendide colline che circondano la zona ed infatti il giro risulta divertentissimo. Tenendo presente che oggi dovremmo essere più di 700 persone, direi che il loro gruppo strada abbia fatto un lavoro enorme per portarci tutti sani e compatti alla cantina dove si tiene il meritato pranzo. C’è ovviamente da farsi un po’ di coda, anzi diciamo un bel po’, però poi la pazienza viene ripagata da ottime lasagne al ragù bianco, pasta al qualcosa che non mi ricordo perché avevo fame, focacce ripiene; il tutto gustato sull’erba della collina proprio come in un picnic. Ricordiamoci che per oggi prevedevano un Run acquatico ed invece ci godiamo il pranzo sotto un bellissimo sole; il meteorologo dev’essere passato al Vida Loca PRIMA di emettere le sue previsioni. Meglio così. All’improvviso sempre lui, Sua Direttorialità, snocciola un’altra perla: “dopo pranzo siamo liberi fino alla cena di stasera; cosa ne dite se nel frattempo andiamo a prendere un gelato a Sirolo?”. Non è un Direttore, è una macchina da guerra, il nostro. Chiaramente la votazione è un plebiscito a favore e, dopo aver trangugiato tutto, corriamo alle moto per ripartire. Il nostro gruppo strada è chiamato a degli straordinari importanti perché il tragitto prevede una quantità esagerata di rotonde ma Sirolo e la sua vista del Monte Conero che si tuffa direttamente in mare sono fantastiche e credo li ripaghi dello sforzo notevole che hanno dovuto affrontare per portarci lì. Anche il gelato artigianale non scherza niente. Certamente avere il Direttore indigeno che tra cinque gelaterie ti indirizza in quella giusta, aiuta molto e noi sfruttiamo il colpo di fortuna. Anche qui consiglio di cuore una capatina a Sirolo nel caso siate in zona e per il gelataio chiamate Carlo.

Tornati al Federico II e ristrutturato il look di tutti, arriva poi il momento della cena di gala che significa che mangeremo seduti e serviti. Chapter by chapter veniamo chiamati ad accompagnati al rispettivo tavolo per un menu che prevede antipasto di salumi e mozzarella, paccheri ai pomodorini dolci gialli, manzo avvolto in lardo di colonnata con erbette leggermente piccanti, torta per festeggiare i 10 anni del Route 76 Chapter.

La serata è gestita ancora da DJ Totem ma oggi entra in gioco anche il vincitore di Italia’s Got Talent 2019 Antonio Sorgentone, virtuoso pianista che snocciola un repertorio di Rock&Roll anni 50, boogie woogie, ecc. e che si prende giustamente la scena. In un momento di pausa vengono premiati i vari Chapter presenti che, se non ho contato male, sono ben trentatrè. Come dice Ale Croci, quando “si è fatta una certa”, che vuol dire intorno a mezzanotte prima che le moto diventino zucche, a gruppetti iniziamo a raggiungere le nostre stanze per il meritato riposo; a ben pensarci è stata una giornata esagerata ed inizia a farsi sentire la stanchezza.

Dopo l’ultima, mitica, colazione con la banda della quale parlavo all’inizio, alle nove in punto il Road Sciuccati ci guida fuori dall’hotel e verso l’autostrada che ci porterà a casa. Per scaramanzia abbiamo tutti indossato le tute antipioggia ma non incontriamo acqua fino quasi a casa dove cade una leggera pioviggine. Finisce così, con un sorriso stampato in faccia, uno dei più bei “ponti” che abbia mai trascorso e con il calendario eventi in mano per vedere già quale sarà il prossimo in arrivo. Alla prossima. Ciao.

Davide

 

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