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Una Harley nel deserto

Una Harley nel deserto

Una Harley nel deserto…Una Harley nel deserto non si vede tutti i giorni.

Sono il titolo e il succo di una meravigliosa avventura mototuristica di 15 giorni attraverso il Marocco vissuta da me e Donatella a cavallo tra ottobre e novembre di quest’anno post-Covid, il 2022 che ci ha finalmente liberati dalle pastoie della pandemia e ci ha restituito la libertà di muoverci, vivere e viaggiare di nuovo in sella ai nostri cavalli di acciaio.

È stata un’iniziativa individuale, sganciata e indipendente dai programmi e dal calendario degli eventi organizzati o sponsorizzati dal nostro Chapter, ma ciononostante, con il consenso del Direttivo, abbiamo voluto portare la testimonianza dell’appartenenza al mondo HOG e in particolare al Legnano Chapter Italy, indossando con orgoglio durante le tappe del viaggio i nostri gilet con le patches ufficiali.

Eccoci dunque a Tangeri, porto del Mediterraneo di fronte alle coste spagnole e a Gibilterra, che raggiungiamo in aereo e dove troviamo ad attenderci nel parcheggio dell’Hotel la nostra Ultra Limited, trasportata fin lì a cura del Tour Operator che ha curato l’organizzazione del viaggio e ci mette a disposizione un tour leader e il “furgone scopa”, al seguito del gruppetto di moto di cui facciamo parte assieme a quattro BMW GS, una Honda Crosscountry, una Triumph 900 e una Suzuki V-Strom.

Sono tutte maxi-enduro decisamente più adatte rispetto alla nostra Harley per le strade che percorreremo. Un totale di 3600 Km, non sempre con asfalto impeccabile, spesso malandate con buche e sconnessioni, talora con tratti sterrati e sabbia traditrice.

Ma la nostra Ultra ha stretto un patto d’acciaio con noi e ci farà fare un figurone cavandosela sempre alla grande in ogni situazione, anche difficile, e facendoci guadagnare la stima e l’apprezzamento del tour leader e dei nostri compagni in sella a moto sicuramente più performanti in quelle circostanze.

Il Marocco ci stupisce al di là delle nostre più entusiastiche aspettative. Mare e coste che alternano spiagge meravigliose a scogliere rocciose con colori affascinanti e forme spettacolari scolpite dall’acqua e dal vento. Percorriamo tutta la costa atlantica da Tangeri a Mirleft attraversando Casablanca e il suo traffico che definire caotico è un eufemismo, ammirandone la Moschea (la più grande del Nord Africa) per poi fare tappa a Rabat, capitale odierna e prima grande Città Imperiale del nostro viaggio, e ad Essaouira, con la sua affascinante medina.

Abbandonata la costa dell’Atlantico, pieghiamo verso est e cominciamo a inerpicarci sull’Antiatlante e sull’Atlante propriamente detto, la catena che divide il Marocco settentrionale dalla parte desertica meridionale andando da sud-ovest a nord-est fino alla regione del Rif.

Montagne e passi ad oltre 2000 metri s.l.m. che si attraversano su strade spesso sconnesse, strettissime e pericolosamente esposte su strapiombi paurosi che si snodano aprendosi su paesaggi continuamente diversi ad ogni curva o tornante (ce ne sono davvero tante!) tra rocce di tufo rosso, arancione e giallo che a tratti fanno ricordare, per chi li conosce, i paesaggi dello Utah. Canyon e strette valli percorse da torrenti per lo più ridotti a rigagnoli d’acqua, che tuttavia permettono la crescita al fondo delle valli stesse di lussureggianti e fitti palmeti dove l’ombra regala un po’ di frescura. Infine, a sud, il Sahara, il simbolo del Maghreb, le cui dune in territorio marocchino vengono chiamate Erg. Noi dormiremo una notte ai margini dell’Erg Chabbi, dopo una escursione a dorso di dromedario che ci porta a godere un’affascinante e romantico tramonto sulla cima di una duna, circondati dal deserto a perdita d’occhio, fino alle montagne dell’Atlante che abbiamo appena attraversato a fare da sfondo, come la chiusura di una quinta teatrale.

Attraversiamo i passi di Tizen-Test e Tizen-Tichka (2260 metri slm!!) e raggiungiamo Marrakesh, seconda città Imperiale riconosciuta come la più colorita e movimentata città cosmopolita del Marocco. La strafamosa grande Piazza Jemaa el-Fna è il cuore della città e racchiude un mondo intero: si va dai ristorantini all’aperto montati su carretti, agli ammaestratori di scimmie, dai venditori di dentiere (sic!), agli incantatori di serpenti. La sera vi si riuniscono migliaia di turisti e di abitanti della città: la vista dall’alto, dalle terrazze dei locali attorno alla piazza, è quella di un coloratissimo formicaio di gente di tutti i tipi: tutti vendono o comprano qualcosa e tutti ti chiedono soldi, per qualsiasi cosa, una informazione, una fotografia, un oggetto che ti vogliono vendere…

Quello dei mercati delle medine (i centri storici delle città), ovvero i souk, sono un altro aspetto della vita del Marocco, e in genere di tutto il Maghreb, difficile da descrivere. Un dedalo di vicoli su cui si aprono centinaia di bottegucce in cui si vende e si compra letteralmente qualsiasi cosa. Se non si ha una guida non se ne esce, è un vero labirinto, dove si aggirano persone di tutti i tipi, dalle donne più o meno velate che fanno la spesa quotidiana ai carretti trainati da asini che trasportano merci improbabili, ai motocarri e motorette cinesi che, Dio (anzi Allah…) sa come, si districano tra gente e animali schiacciandoti contro i muri per evitarli.

Lo spettacolo si ripete nelle altre due città Imperiali che abbiamo visitato nel nostro tragitto: Fes e Meknes, che raggiungiamo dopo il deserto di Zagora e Merzuga a sud e dopo aver nuovamente scavalcato l’Atlante.

Chiudiamo il nostro tour con la visita di Chefchaouen, la Città Azzurra, con una straordinaria medina realmente tutta dipinta di bianco e di azzurro.

L’ultima cavalcata motociclistica ci riporta a Tangeri dove la nostra avventura si chiude. Il giorno successivo l’areo ci riporta a Milano e la nostra Harley, impolverata, sporca lercia (ma carica di gloria!) ci segue dopo un paio di giorni.

Negli occhi ci rimangono i colori del Mediterraneo e del deserto, con le stelle che di notte le puoi quasi toccare.

Nelle narici i mille odori, dalle piantagioni di Argan alle spezie che si vendono e si mangiano ovunque, ai “tajin” fumanti delle specialità gastronomiche per finire alle autentiche puzze insopportabili dei conciatori di pelli di Fes.

Nelle orecchie il vociare e la confusione delle medine, le nenie degli altoparlanti dei minareti che richiamano i fedeli islamici alle ore della preghiera, il frastuono del traffico caotico delle metropoli e i grandi silenzi dei deserti e delle montagne.

Su tutto il ricordo di un viaggio in moto tra i più affascinanti che si possano organizzare e la gioiaa di condividere al ritorno un’esperienza motociclistica ed umana indimenticabile.

Al prossimo moto-tour, inshallah….

 

Roberto, Donatella e la loro

H-D Ultra Limited

Harleyvagando

Harleyvagando

Harleyvagando

Pronti…via, quest’anno abbiamo deciso di dirigerci verso l’est Europa.

Sei gli stati che toccheremo: Italia, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Slovenia, giro impegnativo in soli 12 giorni ma bellissimo. Preparatevi il racconto è lungo!

Si parte verso l’Austria con prima tappa a Villach, cittadina sulle rive del fiume Drava, nota per il raduno del Faaker.Qui siamo subito catapultati in una delle più grandi feste folcloristiche austriache, animata da gruppi musicali provenienti da tutta la Carinzia. Soggiorniamo una notte al Romantik Hotel Post, storico hotel in pieno centro, sede della stazione postale in epoca Asburgica. Che dire bella atmosfera con il piano che suona in sottofondo e soprattutto cortile interno con parcheggio moto sotto alla finestre della stanza. Per la cena scegliamo di dirigerci verso le colline dove si trova l’imponente  castello di Landskron, al cui interno c’è un’arena dove si tengono spettacoli con diverse specie di uccelli rapaci. Un consiglio…visitatelo al tramonto, merita!

All’indomani sveglia con calma, molta calma perché siamo in ferie e partenza verso Vienna, città ricca di storia, dove l’impero asburgico ha lasciato nobile traccia. Arrivando in città percorriamo la Ringstrasse, famosissimo anello di viali lungo 5 km che circonda il centro, sfrecciando davanti ai palazzi e ai monumenti più significativi d’Austria e considerato il viale più bello al mondo! Non contenti facciamo un ulteriore giro il giorno seguente, giusto per memorizzare…Anche a Vienna la scelta dell’hotel è caduta su una struttura del centro storico per permetterci di godere a pieno la città girando a piedi per i vicoli del quartiere e per sfruttare al meglio il tempo a disposizione. Girare Vienna in tre giorni è limitativo con tutto quello che offre, in primis l’Hofburg, residenza invernale della dinastia asburgica, una vera propria città nella città. Il secondo giorno abbiamo optato per visitare la residenza estiva dei reali(castello di Shonbrunn) appena fuori Vienna, per cercare un po’ più tranquillità in un Agosto affollato. Se andate a Vienna non potete non andare al Figlmuller per assaggiare la Wienershinzell più famosa della città, cucinata ancora come 100 anni fa.Lasciamo Vienna promettendoci di ritornare, magari in inverno durante i mercatini di Natale…dovrebbe essere incantevole.

Per raggiungere la nostra meta principale tocchiamo Bratislava, fermandoci per una pausa rifocillante. Il caldo si fa insistente con il giubbotto di pelle diventa difficile sopportare il sole. Con nostra sorpresa troviamo il piccolo centro molto bello e curato, passeggiare per le viuzze è piacevole anche perché i turisti sono pochi e ci si può godere la cittadina in santa pace.

 

Nel pomeriggio si riparte per arrivare finalmente a Budapest. Entriamo in città attraversando il famosissimo ponte delle catene, sotto di noi il Danubio nella sua imponenza(il fiume più lungo navigabile dell’unione europea), uno sguardo fugace allo skyline ed è subito amore a prima vista! Il castello che domina dall’alto, la cittadella con la statua della libertà, il bastione dei pescatori, il parlamento lungo il fiume, i grandi palazzi del centro, conferiscono alla città un’atmosfera unica. Bella, molto bella in tutte le ore, soprattutto di notte perché i monumenti principali sono illuminati a giorno e perfetta da girare in moto per la vastità degli spazi. Conosciuta come la Parigi dell’Est, la città delle terme, la città fatta da tre città (Buda, Pest e Obuda),difficile trovare le parole adatte per descriverla. Molto ricca nella varietà dei siti da visitare, storicamente interessante, visivamente stimolante, antica e proiettata verso il futuro, elegante e trasandata, semplice e complicata, un mix di contrasti che non possono annoiare.Siamo rimasti molto entusiasti di scoprirla giorno dopo giorno e in tre giorni abbiamo fatto un tour de force per girarla tutta, serviva almeno una settimana.

Arrivati a metà vacanza lasciamo Budapest a malincuore per passare nella regione del lago Balaton, considerato il mare di Ungheria. Fiancheggiamo parzialmente la costa sud, quella più frequentata dal turismo e traghettiamo dall’altra sponda sulla penisola di Tihany e poi via verso le colline ricoperte dai vigneti. Ci fermiamo per due notti scegliendo un agriturismo immerso tra le colline, nel silenzio più assoluto…, almeno fino a quando non siamo arrivati noi con la nostra Harley!

L’indomani passiamo tutto il giorno a mollo nel lago di Heviz il più grande lago termale al mondo.       In verità si tratta di un geyserda cui cratere la sorgente trae la propria acqua termale, la temperatura naturale è di 38°C. Qualcosa di simile si trova solo in Islanda. Il lago è fornito di stabilimento balneare risalente al 1800 e la superficie a fine agosto si ricopre di ninfee rosse, molto suggestivo…

Dopo esserci riposati nelle acque del lago ripartiamo direzione isola di Kirk(Croazia), facendo tappa tecnica a Zagabria per il pranzo e poi via verso il mare… Imbocchiamo il lungo ponte che collega l’isola alla Croazia e la attraversiamo fino ad arrivare a Veglia un po’ provati. Ci fermiamo solo tre giorni e approfittiamo per buttarci in spiaggia per un sano e vero relax. Giriamo comunque tutta l’isola in moto nei ritagli di tempo ,tipo per andare a cena…, giusto per assaporare l’atmosfera del luogo anche nei paesini.

…Umm bello anche qui…, e adesso come facciamo a convincerci di ritornare a casa? Va beh a pensarci bene c’è ancora altro da vedere, la vacanze non sono ancora finite…, prendiamola come scusa!

Bagagli sulla moto e si riparte verso Trieste dove arriviamo in tarda mattinata giusto per visitare il castello di Miramare.L’ho sempre voluto vedere e ho fatto bene ad insistere perché ne è valsa la pena, oltre ad essere molto bello ha anche una posizione stupenda. Certo che questa Sissi si trattava proprio bene visto che ci passava tutte le sue vacanze.Approfittiamo per una pausa pranzo, un giro nel parco intorno al castello sotto al sole splendente, una foto ai gabbiani, uno sguardo all’orizzonte e poi via sulla nostra moto per sentire ancora quel senso di libertà che non puoi provare stando seduto comodo in macchina!

Alla prossima, freedom…a tutti.

Erika e Max.

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