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Run del Picchio 2023

Run del Picchio 2023

Sono appena atterrato sul divano dopo un bellissimo Run del Picchio, primo “3-days” sia per me che per mio fratello. È il momento di cominciare a pensare all’articolo per i posteri ma questa volta sto facendo fatica a riordinare le idee perché in testa ho un gran casino di cose fatte, viste e dette. C’è la soddisfazione di aver percorso oltre 1.100 km di strada, dei quali ben 500 sotto la pioggia, che ti fanno sembrare un piccolo eroe quando ne parli ai babbani non motociclisti; ma per noi è abbastanza routine. C’è poi nostalgia per la divertentissima colazione di qualche ora prima con Max Tacchi, Sciukky, Enrico Parolo, Simona ed il susseguirsi di ironie di Enrico Fazio e Filippo, con quest’ultimo che chiude la colazione accarezzando la testa del primo e dicendogli che punge. Aggiungerei anche quella del giorno prima con Enrico Lattuada, Michele ed Antonella, Carlo, Monica che arriva e cerca con aria un po’ persa la Manu che a sua volta fluttua in infradito per la sala cercando le posate. Simpaticissima anche la cena di gala della domenica seduti al tavolo con Ale e Silvia Croci, con lei che ha ancora in bocca il sapore di una Birra Moretti un po’ amara e che potrà svanire solo con delle scuse particolari, con Giovanni Rossi, i Marinello’s, i Parrello’s ed i Paccanelli’s con Cristian che si assicura che il cameriere abbia ben chiaro quali cibi deve portare a Magda se non vuole rischiare la vita (lui, il cameriere). Oppure Mariangela, che durante l’aperitivo del sabato, plana giù di sorpresa come un’aquila, ti piazza la domanda improvvisa e poi vola via, lasciandoti lì come un pirla: “perché si chiama Run del Picchio?”. Non so cosa rispondere ma ha ragione lei: mi sono sparato 500 km per partecipare a questo evento e neanche mi sono chiesto perché si chiami così. Molto brevemente, secondo studi serali approfonditi di Giovanni Rossi, che dorme poco, il Picchio è il simbolo delle Marche e lo è diventato grazie ai capostipiti Piceni che intorno al 1000 a.C hanno raggiunto le Marche dalla Sabina guidati dal suono di questo volatile posatosi sui loro vessilli. Ogni editor, per regolamento HOG, dovrebbe avere una Mariangela. Od ancora i cioccolatini after-eight che Antonella e Michele distribuivano durante le soste agli autogrill e che, nel loro piccolo, ci ridavano lo sprint per percorrere la tappa successiva sotto la pioggia. Ecco, tutto questo è un fantastico “3-days” Run con il Legnano Chapter e capisco velocemente quante cose mi sono perso in questi cinque anni che per un problema via l’altro sono sempre dovuto rimanere a casa.  Però tra qualche settimana si va a Budapest, tiè a tutte le rotture di marroni. Mah… iniziamo a scrivere e vediamo cosa viene fuori…

Il ritrovo è sabato mattina 29/4 alle 8.00 in concessionaria; ci aspettiamo la pioggia per domenica e lunedì ma per qualche ragione sta già venendo giù e ci seguirà per tutto il viaggio. Diciamo che a fare le previsioni meteo così ad minchiam siamo capaci tutti. Comunque vestiamo le tute antipioggia che tanto avevamo già pronte e si parte. Alla guida del gruppo di 20 moto c’è Alberto Sciuccati che è un Road che piace perché viaggia alla mitica velocità “Chierici” (110-120 km/h) ed anche chi sta in fondo riesce a tenere un’andatura comoda; seguiamo quindi volentieri la sua circonferenza tranquillizzante che ti fa capire che sa di cosa sta parlando anche senza quasi aprire bocca. Per esempio, quando dice semplicemente che a mangiare ci fermeremo ad una piadineria a Rimini: quando si tratta di cibo, ma non solo, Sciukky si segue, non si contesta.

In sette ore di autostrada bagnata, intervallate da tre soste carburante-caffè-toilette ed appunto un incontro approfondito con le piadine romagnole, arriviamo alla concessionaria Route 76 a Jesi e troviamo già una quantità importante di altri Chapter italiani; essere posizionati in Centro Italia sicuramente aiuta molto la partecipazione a questi eventi ma anche l’organizzazione e l’accoglienza che i ragazzi del Route 76 Chapter hanno messo in campo sono di ottimo livello. Cibarie e bibite all’interno della concessionaria ma soprattutto Vida Loca all’esterno che subito è stato messo sotto pressione dal nostro gruppetto di diversamente astemi e finisco in debito di una birra con Fazio the Man. Dopo un’oretta di public relations, Sua Ortenzietà decide di raggiungere l’albergo che ci ospiterà per i due giorni successivi ed onestamente accettiamo volentieri perché c’è voglia di un po’ di relax dopo il viaggio che abbiamo fatto. L’Hotel Federico II è perfetto per accogliere eventi come questi: grandissimo parcheggio, varie sale congressi, tensostruttura sul retro dove si svolgeranno le serate pensate dal Route 76, camere spaziose, piscina e palestra per chi ha voglia. Non io; il mio programma pre-serata prevede un paio d’ore tra doccia, svaccamento sul letto, Netflix, telefonata a casa per accertarmi di averne ancora una.

La cena del sabato è pensata in stile Street Food con buffet di panini con la porchetta, salumi e formaggi, pasta all’amatriciana, dolce e l’immancabile bus Vida Loca sterminatore di astemi; musica anni ’80 a palla guidata da DJ Totem con tanto di trenino che coinvolge il nostro Direttore (non può negare. Ci sono le foto). Siamo circa 600 persone per cui, in mezzo a quella marea umana, anche tra di noi ci perdiamo e ci ritroviamo continuamente controllando di volta in volta cosa abbiamo messo nel piatto. Sia mai che ci scappi qualcosa che poi torniamo a casa magri e sciupati. Verso mezzanotte un gruppetto, tra cui Sciukky Road, Giovanni ed i Black Brothers decide che per oggi finisce qui e si dirige verso le camere. Anche la giornata di domenica si prospetta impegnativa ed è meglio recuperare le energie.

Domenica mattina si apre con una bella idea: visto che il Run del Picchio inizierà dopo mezzogiorno, Carlo ci guida in una gradita escursione a visitare il centro di Jesi, con tanto di caffè offerto a tutti da Dario per insabbiare una foto a sua volta compromettente. La città, che non conoscevo, si rivela molto bella con ancora quasi tutte le mura romane ottimamente conservate. Se capitate da quelle parti vale la pena fare uno stop. Arrivati poi in concessionaria per un rapido ristoro e per un giro di saluti con gli ultimi Chapter arrivati solo oggi, verso mezzogiorno e mezza si parte con il Run sulle splendide colline che circondano la zona ed infatti il giro risulta divertentissimo. Tenendo presente che oggi dovremmo essere più di 700 persone, direi che il loro gruppo strada abbia fatto un lavoro enorme per portarci tutti sani e compatti alla cantina dove si tiene il meritato pranzo. C’è ovviamente da farsi un po’ di coda, anzi diciamo un bel po’, però poi la pazienza viene ripagata da ottime lasagne al ragù bianco, pasta al qualcosa che non mi ricordo perché avevo fame, focacce ripiene; il tutto gustato sull’erba della collina proprio come in un picnic. Ricordiamoci che per oggi prevedevano un Run acquatico ed invece ci godiamo il pranzo sotto un bellissimo sole; il meteorologo dev’essere passato al Vida Loca PRIMA di emettere le sue previsioni. Meglio così. All’improvviso sempre lui, Sua Direttorialità, snocciola un’altra perla: “dopo pranzo siamo liberi fino alla cena di stasera; cosa ne dite se nel frattempo andiamo a prendere un gelato a Sirolo?”. Non è un Direttore, è una macchina da guerra, il nostro. Chiaramente la votazione è un plebiscito a favore e, dopo aver trangugiato tutto, corriamo alle moto per ripartire. Il nostro gruppo strada è chiamato a degli straordinari importanti perché il tragitto prevede una quantità esagerata di rotonde ma Sirolo e la sua vista del Monte Conero che si tuffa direttamente in mare sono fantastiche e credo li ripaghi dello sforzo notevole che hanno dovuto affrontare per portarci lì. Anche il gelato artigianale non scherza niente. Certamente avere il Direttore indigeno che tra cinque gelaterie ti indirizza in quella giusta, aiuta molto e noi sfruttiamo il colpo di fortuna. Anche qui consiglio di cuore una capatina a Sirolo nel caso siate in zona e per il gelataio chiamate Carlo.

Tornati al Federico II e ristrutturato il look di tutti, arriva poi il momento della cena di gala che significa che mangeremo seduti e serviti. Chapter by chapter veniamo chiamati ad accompagnati al rispettivo tavolo per un menu che prevede antipasto di salumi e mozzarella, paccheri ai pomodorini dolci gialli, manzo avvolto in lardo di colonnata con erbette leggermente piccanti, torta per festeggiare i 10 anni del Route 76 Chapter.

La serata è gestita ancora da DJ Totem ma oggi entra in gioco anche il vincitore di Italia’s Got Talent 2019 Antonio Sorgentone, virtuoso pianista che snocciola un repertorio di Rock&Roll anni 50, boogie woogie, ecc. e che si prende giustamente la scena. In un momento di pausa vengono premiati i vari Chapter presenti che, se non ho contato male, sono ben trentatrè. Come dice Ale Croci, quando “si è fatta una certa”, che vuol dire intorno a mezzanotte prima che le moto diventino zucche, a gruppetti iniziamo a raggiungere le nostre stanze per il meritato riposo; a ben pensarci è stata una giornata esagerata ed inizia a farsi sentire la stanchezza.

Dopo l’ultima, mitica, colazione con la banda della quale parlavo all’inizio, alle nove in punto il Road Sciuccati ci guida fuori dall’hotel e verso l’autostrada che ci porterà a casa. Per scaramanzia abbiamo tutti indossato le tute antipioggia ma non incontriamo acqua fino quasi a casa dove cade una leggera pioviggine. Finisce così, con un sorriso stampato in faccia, uno dei più bei “ponti” che abbia mai trascorso e con il calendario eventi in mano per vedere già quale sarà il prossimo in arrivo. Alla prossima. Ciao.

Davide

 

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